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IVA e Terzo Settore. Facciamo il punto.

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  Il trattamento fiscale degli Enti del Terzo Settore (ETS) rappresenta un tema di primaria rilevanza, soprattutto in considerazione delle modifiche normative che interessano il regime IVA applicabile alle loro attività. Negli ultimi anni, l’introduzione del Codice del Terzo Settore (CTS) ha ridisegnato i confini delle agevolazioni fiscali, con implicazioni importanti anche sul regime IVA. Regime attuale e cambiamenti previsti dal 2025 Attualmente, molte delle attività svolte dagli ETS nei confronti dei propri associati sono escluse dall’ambito di applicazione dell’IVA, in base all’art. 4, comma 4, del DPR n. 633/1972. Questa esclusione, volta a favorire la sostenibilità economica degli enti, esonera gli ETS da obblighi dichiarativi e contabili legati all’imposta. Tuttavia, le disposizioni introdotte dal CTS prevedono, a partire dal 1° gennaio 2025, il passaggio da un regime di esclusione a uno di esenzione IVA per queste attività. La differenza non è meramente terminol...

Il punto sulla responsabilità medica in emergenza e urgenza. Brescia 25 ottobre 2024

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Qualche giorno fa sono stata invitata dalla @simeup_official a fare il punto sulla responsabilità medica in emergenza urgenza. È stato per me un onore e un privilegio perché parlare ai destinatari di una norma di ciò che li regola è fondamentale. Sempre più urgente parlare ai sanitari di responsabilitá sanitaria. #responsabilitasanitaria #simeup #informazionelegale

ON AIR con la Responsabilità sanitaria

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 Ho partecipato con grande interesse all'incontro presso gli studi di Avvocati Regione Lazio: abbiamo parlato di responsabilità sanitaria. A questo  link è possibile ascoltare il mio intervento.

La Cassazione sulle infezioni nosocomiali: un vademecum per le strutture sanitarie.

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             La sentenza 3 marzo 2023, n. 6386 riguarda un causa promossa dai congiunti di una donna deceduta a causa di presunte negligenze sanitarie e di un'infezione nosocomiale contratta in ospedale. La vicenda è stata trattata in tre gradi di giudizio, con il rigetto della domanda da parte del Tribunale di Milano e della Corte d’Appello di Milano, in quanto non si riteneva provato il nesso causale tra la negligenza dei sanitari e il decesso della paziente.      I ricorrenti contestavano la mancata valutazione di elementi cruciali, come l'infezione contratta in ospedale e l'errata interpretazione del nesso causale secondo un criterio di certezza, anziché probabilistico. La Corte di Cassazione ha accolto il ricorso, rilevando che la Corte d'Appello aveva utilizzato un criterio di giudizio errato, limitando l'analisi al comportamento dei sanitari senza considerare adeguatamente la responsabilità della struttura per l'infezione no...

In aggiornamento

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Diffamazione a mezzo stampa e esercizio del diritto di cronaca. Rimessione alle Sezioni Unite.

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  La Sezione Prima civile, in tema di responsabilità da diffamazione a mezzo stampa, ha disposto, ai sensi dell’art. 374, comma 2, c.p.c., la trasmissione del ricorso al Primo Presidente per l’eventuale assegnazione alle Sezioni Unite della questione di massima di particolare importanza - sulla quale ha dato atto della sussistenza di un contrasto nella giurisprudenza civile e penale - concernente il rilievo da assegnare, ai fini della ricorrenza della diffamazione o della scriminante dell’esercizio del diritto di cronaca, alla circostanza che al soggetto che si assume leso dall’articolo di stampa sia stata attribuita, direttamente o indirettamente (anche mediante il richiamo ad atti giudiziari tipizzati o a norme codicistiche) la qualità di imputato, piuttosto che quella di indagato, e la commissione di un reato consumato piuttosto che di un reato tentato.

La Corte Costituzionale sulle persone non binarie e sulla rettificazione dell'attribuzione di sesso

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            Con la recentissima sentenza n. 143 del 24 luglio 2024 ha avuto modo di pronunciarsi sulla base di un articolato quesito di legittimità costituzionale posto dal Tribunale di Bolzano, che intreccia problematiche complesse che toccano vari diritti, dal diritto alla salute al diritto all'idenità di genere.      Il caso origina dalla richiesta eff ettuata da una persona di sesso anagrafico femminile, la quale non si riconosce tuttavia in tale genere, né propriamente in quello maschile, bensì in un genere non binario, seppure incline al polo maschile; assunto durante la frequenza degli studi universitari il prenome maschile di I., dal quale ormai si sente definita rispetto agli altri, N. si è infine rivolta alle strutture sanitarie pubbliche, presso le quali ha ricevuto una diagnosi di disforia o incongruenza di genere, per identificazione non binaria, con propensione alla componente maschile; da qui la sua domanda giudiziale per...