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Il diritto dei nonni di vedere i nipoti.

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I nonni, ai quali sia impedito il diritto di visita del nipote, possono agire giudizialmente rivolgendosi al giudice del luogo di residenza abituale del minore affinché adotti i provvedimenti più opportuni nell'interesse del minore. E' quanto previsto dall' art. 317 bis cod., rinnovato dal D.lgs 154/2013, entrato  in vigore il 7 febbraio 2014. Il procedimento si svolge in camera di consiglio (udienza non pubblica). Il giudice, dopo aver assunto le informazioni  necessarie e sentito il pubblico ministero, ascolta il minore coinvolto. Il giudice procede sempre  all'ascolto del minore se lo stesso ha superato i 12 anni, mentre l'ascolto dell'infradodicenne viene effettuato solo se il minore tre l'ascolto dell'infradodicenne viene effettuato solo se il minore e'capace di discernimento. A sottolineare ancora tale diritto, soccorre la Cassazione (n. 5097 del 5 marzo 2014)  che ha avuto modo di specificare che incorre in possibile decadenza dalla potestà ge...

A proposito di certezza del diritto...DOPO SOLO QUATTRO GIORNI LA CASSAZIONE RIBADISCE LA PRESUNZIONE LEGALE A CARICO DEI PROFESSIONISTI!!

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Il presente intervento fa seguito alla precedente segnalazione effettuata dallo studio in merito alla sentenza della Corte di Cassazione che ha, di fatto, sancito il venir meno della presunzione legale a carico dei professionisti relativamente a prelievi e versamenti non giustificati e alla loro valutazione fiscale rispetto all’attività professionale, rimettendo l’onere della prova all’Agenzia delle Entrate. Con estrema sorpresa, dopo appena quattro giorni, martedì 9 luglio 2016, la stessa Cassazione ha affermato che con riferimento ai versamenti effettuati dai professionisti sui propri conti correnti resta invariata la presunzione legale posta  a favore dell’Erario.  Inoltre, essendo presunzione legale, non è necessario che soddisfi i requisiti di gravità, precisione e concordanza. Quindi, sottolinea la “nuova” sentenza n. 16697/2016 è il contribuente che deve dimostrare che gli elementi desumibili dalla movimentazione bancaria non sono riferibi...

FINISCE LA PRESUNZIONE SUL LAVORATORE AUTONOMO: TOCCA ALL’AGENZIA DELLE ENTRATE DIMOSTRARE, IN CASO DI MANCATA ANNOTAZIONE CONTABILE, CHE I PRELEVAMENTI RIGUARDINO ACQUISTI INERENTI LA PRODUZIONE DI REDDITO E CHE I VERSAMENTI SIANO RISCOSSI “IN NERO” NELL’ATTIVITA’ PROFESSIONALE!

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La Cassazione sezione tributaria, nella recentissima sentenza n. 16440 del 5 agosto 2016, ha accolto il ricorso del contribuente professore universitario, esercente anche attività professionale di avvocato, con riferimento a maggiori redditi accertati, rimasti privi di giustificazione secondo l’Agenzia delle Entrate. La sentenza fa esplicito riferimento alla pronuncia di incostituzionalità dell’art. 32, comma 1, numero 2), secondo periodo, del d.P.R. 29 settembre 1973, n. 600 (Disposizioni comuni in materia di accertamento delle imposte sui redditi), come modificato dall’art. 1, comma 402, lettera a), numero 1), della legge 30 dicembre 2004, n. 311 (Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato – legge finanziaria 2005), limitatamente alle parole «o compensi», pronunciata nella sentenza della Corte Costituzionale n. 228 del 2014. Infatti, l a Corte Costituzionale aveva specificato che la presunzione è lesiva del principio di ragionevolezza nonché della c...

Danno da sbalzo di tensione. L'Enel paga anche se c'è stato un temporale!

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Il Tribunale di Roma con una recente sentenza ottenuta dallo studio ha stabilito infatti che "l’occorrenza  di  un  temporale  di  ordinaria  intensità  è  circostanza  tutt’altro  che  eccezionale,  e dunque  ben  prevedibile  da  parte  di  chi  gestisce  una  rete  di  elettricità,  e  che  ha  il  dovere  di  evitarne le  conseguenze  dannose.  Per  dimostrare  la  causa  sopravvenuta  idonea  ad  interrompere  il  nesso causale,  e  dunque  ad  esentare  l’esercente  l’attività  pericolosa  da  responsabilità  anche  in  caso  di mancato  apprestamento  delle  cautele  opportune,  ENEL  Distribuzione  Spa  avrebbe  dovu...

Le misure di coercizione indiretta ex art.614-bis c.p.c. per far cessare la diffamazione su Facebook!

Con ordinanza del Tribunale di Reggio Calabria del 15 aprile 2015, emanata nell'ambito di un giudizio cautelare, si é  ritenuto applicabile l'Istituto della coercizione indiretta della misura cautelare. Esso, previsto dall'art. 614-bis, prevede che con il provvedimento di condanna all’adempimento di obblighi diversi dal pagamento di somme di denaro, il giudice, salvo che ciò sia manifestamente iniquo, fissa, su richiesta di parte, la somma di denaro dovuta dall’obbligato per ogni violazione o inosservanza successiva ovvero per ogni ritardo nell’esecuzione del provvedimento. Il provvedimento di condanna costituisce titolo esecutivo per il pagamento delle somme dovute per ogni violazione o inosservanza. Esso quindi é ritenuto applicabile alle condanne aventi ad oggetto un obbligo di fare infungibile o di non fare. Il caso di specie riguardava un ricorso ex art. 700 cpc volto ad impedire ed inibire la pubblicazione di post a contenuto diffamatorio, meg...

Mi fai opposizione a decreto ingiuntivo? Le somme non contestate diventano comunque esecutive!

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Il decreto legge 59 del 2016, c.d. Decreto banche, introduce novità anche in materia di processo esecutivo: - cambia l'art. 492 c.p.c. con l'aggiunta,  al terzo comma, della previsione secondo la quale "il pignoramento deve contenere l'avvertimento  che, a norma dell'articolo 615, secondo comma, terzo periodo, l'opposizione è inammissibile se è proposta dopo che è stata disposta la vendita o l'assegnazione a norma degli articoli 530, 552 e 569, salvo che sia fondata su fatti sopravvenuti ovvero che l'opponente dimostri di non aver potuto proporla tempestivamente per causa a lui non imputabile." - cambia  l'art. 615, 2° comma, c.p.c., con la previsione che l'opposizione, nell'esecuzione per espropriazione, "è inammissibile se e' proposta dopo che e' stata disposta la vendita  o l'assegnazione a norma degli articoli 530, 552, 569, salvo che sia fondata su fatti sopravvenuti ovvero l'opponente dimostri di non aver potu...

Un vuoto di sei ore nella compilazione della cartella clinica è uno svantaggio per coloro sui quali grava l'onere di annotazione e non per il paziente: il vuoto non fa presumere che non siano stati commessi errori dai sanitari

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In coerenza con la giurisprudenza, ormai costante, in materia di compilazione della cartella clinica (Conformi: Cass. civ., sez. III, 12 giugno 2015, n. 12218; Cass. civ., sez. III, 27 aprile 2010, n. 10060; Cass. civ., sez. III, 26 gennaio 2010, n. 1538; Cass. civ., sez. III, 18 settembre 2009, n. 20101; Cass. civ., sez. III, 21 luglio 2003, n. 11316) la Corte di Cassazione civile, con la sentenza n. 6209 del 31 marzo 2016, ha cassato con rinvio a nuovo giudizio in corte d'appello la sentenza che aveva ritenuto che non potesse ascriversi a responsabilità dei sanitari il fatto che, in occasione del parto, una neonata avesse riportato una tetraparesi e una grave insufficienza mentale, causate da asfissia perinatale, escludendo il nesso causale fra la condotta e il danno riportato. La Cassazione, in applicazione dei principi di una responsabilità ancora contrattuale in capo alla struttura e ai sanitari convenuti in giudizio per casi di "malpractice" secondo i quali essi son...