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Il contratto di “spedalità”: quanto contano le carenze di tipo logistico-organizzativo della struttura?

La Cassazione, con la sentenza n. 21090 del 19 ottobre 2015, ha confermato la sentenza di appello che aveva condannato l’Azienda Sanitaria a risarcire il danno patito in dipendenza del decesso di un signore, a seguito di un gravissimo infortunio sul lavoro e durante il suo successivo ricovero in ospedale. La Cassazione sottolinea un importante aspetto, specificando come anche il pieno rispetto della normativa vigente in materia di dotazione minime delle strutture erogatrici dell’assistenza sanitaria in emergenza non esima affatto da responsabilità la struttura ospedaliera se, in relazione a quelle condizioni di partenza pur non ottimali, le condotte degli operatori siano valutate comunque inadeguate. Infatti, richiamando la normativa relativa alla responsabilità extracontrattuale della pubblica amministrazione per i sinistri dovuti alla conformazione di manufatti stradali, nella quale si è affermata la necessità di rispettare anche le regole comuni di diligenza e prudenza, nel caso del...

Vaccini e autismo. Anche i giudici negano il nesso.

La sentenza della corte d'Appello di Bologna n. 1767 del 13.02.2015 si pone in un momento di particolare attenzione al tema delle vaccinazioni. In Italia esiste la legge n. 210 del 1992, che prevede un indennizzo, in caso di conseguenze irreversibili derivanti dalla somministrazione di vaccini. I genitori del bambino del caso giunto all'attenzione della corte, dopo circa sei anni dalla somministrazione del vaccino, si imbattono in un medico che gli mette, per la prima volta, in correlazione la vaccinazione Morbillo Rosolia e Pertosse e il disturbo autistico  associato a ritardo cognitivo medio,  ormai di chiara diagnosi nel minore. I genitori iniziano la causa contro il Ministero della Salute, a seguito del rifiuto dell'indennizzo, in sede di commissione medica, in quanto la trivalente non era compresa tra le vaccinazioni obbligatorie. Il Tribunale di Rimini ha ritenuto sussistente la legittimazione al risarcimento in quanto, pur se non compresa tra le vaccinazioni o...

Cambio sesso, ma...siamo ancora una Famiglia.

Forse non avrà nessuna diretta attinenza. Forse apparirà un dettaglio, ma nell’epoca della diffusione di presunte “teorie del gender” prive di qualsivoglia fondamento scientifico, mi consola scoprire, anzi avere una conferma ennesima, che le sentenze dei giudici, loro malgrado, riempiono i vuoti di un legislatore troppo spesso assente e lo fanno anche in maniera eccellente. In proposito, la Cassazione con sentenza n. 8097   del 21 aprile 2015, ha risolto una problematica connessa all’annotazione a margine dell’atto di matrimonio della cessazione degli effetti civili, a seguito di cambio di sesso di uno dei coniugi. La sentenza appare ancora più interessante per l’incidente di costituzionalità, che ha portato alla sentenza della Corte Costituzione n. 170 del 2014. Ma andiamo con ordine. Tizio, coniugato con Caia, aveva proposto domanda di rettifica ed attribuzione di sesso femminile al Tribunale di Bologna, il quale aveva disposto tale modifica, con ordine all’ufficiale di stato civ...

Danno da morte del figlio: la relazione affettiva concreta differenzia la misura del risarcimento danni fra il figlio e il feto.

La Corte di Cassazione con la sentenza n. 12717 del 2015 ha rinviato alla Corte d'appello di Roma la sentenza resa nell'ambito di un giudizio di risarcimento danni per figlio nato morto.  La Corte ha ritenuto  fondata la censura relativa alla quantificazione del risarcimento. Sul punto, la sentenza impugnata risultava insufficientemente motivata in quanto non ha adeguatamente spiegato la ragione per cui ha applicato i valori elaborati per la perdita di un figlio all’ipotesi della morte di un feto (pur maturo e prossimo alla nascita) e, per di più, ha dichiarato di dover applicare una ‘maggiorazione’ sulla base di considerazioni (“avendo il caso di specie caratteristiche di speciale odiosità per l’ostinata ed irritante inerzia dei sanitari che è stata la causa di un evento così drammatico”) che finiscono con l’attribuire al risarcimento una funzione ‘punitiva’, che è del tutto estranea al nostro ordinamento. La Corte nel sottolineare che il danno non patrimoniale non può che es...

No all’ottemperanza per le sentenze della Corte Europea dei Diritti dell’Uomo!

Il Consiglio di Stato ha ribadito, con sentenza 11 giugno 2015, n. 2866 quanto contenuto nella sentenza del Tar Lazio n. 9564 del 9 settembre 2014, in merito all’inammissibilità dello strumento dell’ottemperanza nei confronti dello Stato Italiano delle sentenze emessa dalla Corte Europea dei Diritti dell’Uomo. Tali pronunce – si legge in sentenza – non sono contemplate tra i titoli per l’esecuzione dei quali può essere proposta, ai sensi dell’art. 112 codice del processo amministrativo, azione di ottemperanza poiché non può dedursi un ampliamento di tale nozione di titolo solo per ragioni storiche e sistematiche, ma soprattutto perché gli strumenti di adeguamento a decisioni dei giudici non nazionali trovano compiuta regolamentazione in altri settori dell’ordinamento, come la legge 31 maggio 1995, n. 218 (normativa cardine del diritto internazionale privato). La sentenza, dopo aver chiarito la posizione del giudizio di ottemperanza rispetto alle sentenze della CEDU, al fine di fugare o...

Responsabilità civile: non basta la stretta di mano!

La sentenza della Cassazione n. 22523 del 23 ottobre 2014, oltre a prendere le mosse da una vicenda singolare, fa il punto sulla necessaria indagine in merito all’elemento soggettivo che deve sussistere nel caso di fatto illecito ex art. 2043 c.c. e che costituisce onere dell’attore dimostrare. La fattispecie riguarda il caso di un’assistente di uno studio odontoiatrico che, durante un intervento di estrazione dentale, riceve dalla paziente una stretta di mano energica a tal punto da determinarne la riduzione della capacità lavorativa fino all’impossibilità totale di svolgere la prestazione lavorativa, con consguente licenziamento. La Cassazione, dopo un giudizio di primo grado che aveva escluso la responsabilità della paziente e uno di appello che l’aveva ammessa, specifica l’inidoneità del fatto storico “stretta di mano” a costituire di per sè fatto illecito, in assenza della dimostrazione dell’intenzionalità a procurare un danno alla persona. L’elemento soggettivo della condotta, mu...

Il conferimento della procura ad litem e il rapporto di patrocinio.

Il dualismo e la distinzione tra il conferimento della procura ad litem e il rapporto di patrocinio consente ed ha consentito alla giurisprudenza di rispondere alle eventualità, spesso esistenti, che le due realtà non coincidano. Soprattutto nei casi in cui il destinatario ultimo dell'atto, in caso di difesa, o di titolare formale del diritto, sia persona anziana, rispetto alla quale provvedano alla cura degli interessi, soggetti alla stessa legati da vincoli di parentela. La Cassazione, con la recente sentenza n. 2321 del 2015, ha ribadito gli effetti di tale dualismo specificando, in materia di pagamento di compenso all'avvocato, che la mancanza del conferimento di procura alle liti non costituisce affatto motivo ostativo al riconoscimento in favore del legale del diritto al compenso comunque maturato per l'attività giudiziale posta in essere. La Cassazione ha, infatti, ribadito che tra il conferimento della procura alle liti e l'affidamento dell'incarico esiste u...