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Conciliazioni e transazioni davanti alla Direzione Provinciale del Lavoro.

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La direzione provinciale del lavoro svolge ancora un'importante funzionale conciliativa delle controversie in materia di lavoro. Tale aspetto risulta di rilievo, stante il dettato dell'articolo 2113 codice civile che prevede che le rinunzie e le transazioni, che hanno per oggetto diritti del prestatore di lavoro derivanti da disposizioni inderogabili della legge e dei contratti o accordi collettivi concernenti i rapporti di cui all'articolo 409 c.p.c.,  non sono valide salvo che la conciliazione avvenga in determinate forme. Le forme previste e ammesse dal codice sono: -           In sede giudiziale innanzi al giudice di fronte al quale è stato instaurato il giudizio ex art. 185, 410, 411 cpc -           Nelle sedi sindacali ex art. 412- ter c.p.c.  previste dai contratti collettivi nazionali di lavoro, sulla presunzione che la presenza del sindacato possa costituire garanz...

E il diritto di famiglia...

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La responsabilità genitoriale nel trattamento sanitario sul minore: la c.d. "firma contro il parere medico"

La problematica del consenso assume una particolare ed ulteriore più specifica fisonomia se la si affronti dal lato del trattamento sanitario nei confronti del paziente minorenne con particolare riferimento al comportamento che deve tenere il medico nei confronti degli esercenti la potestà sullo stesso, siano essi i genitori o eventuali tutori. Infatti è opportuno specificare il ruolo genitoriale rispetto al trattamento medico nei confronti del minore. Ai sensi dell’articolo 316 del codice civile, nella sua nuova formulazione introdotta dal d.lgs. 154/2013 con decorrenza dal 7 febbraio 2014, la responsabilità genitoriale è esercitata di comune accordo da entrambi i genitori, salvo il caso di lontananza, incapacità o altro impedimento che renda impossibile ad uno dei genitori l’esercizio della responsabilità genitoriale. In tale ultimo caso, peraltro motivato e documentato, la responsabilità è esercitata in via esclusiva dall’altro genitore. Entrambi quindi esercitano la responsabilità ...

Legittimazione degli eredi per il danno da irragionevole durata del processo

Il procedimento previsto dalla c.d. Legge Pinto, volto al conseguimento di una forma di indennizzo connessa ad una durata non ragionevole dei processi presenta alcune specifiche rispetto alla legittimazione degli eredi. Infatti, in relazione alla legittimazione attiva degli eredi, si osserva che la Corte Suprema ha costantemente ritenuto che la domanda di equo indennizzo, avanzata dagli eredi in relazione al corso del procedimento svoltosi dopo il decesso del loro dante causa, deve disattendersi ove gli stessi non abbiano assunto, a loro volta, la qualità di parte in quello stesso procedimento (Cass. 26686/2006 e 2983/2008). Tutto ciò rilevato e posto qualora gli eredi non abbiano assunto la qualità di parte del procedimento deve escludersi, alla luce della richiamata giurisprudenza che ricorra il presupposto stesso per il riconoscimento dell’equa riparazione iure proprio. Gli eredi sono, invece, legittimati, "iure hereditatis", a proporre la domanda di equa riparazione per r...

La dichiarazione di interruzione della causa per morte della parte: responsabilità del procuratore costituito per omessa dichiarazione?

La morte di un parte determina il fenomeno dell’interruzione del giudizio, consistente nell’arresto dell’iter processuale a causa di un determinato evento.Nel caso in cui si verifichi la morte della parte, un evento interrompe, di fatto, l’effettività del contraddittorio all’interno del giudizio di merito.La funzione dell’istituto dell’interruzione è quella di evitare che la cessazione o l’alterazione di questa effettività ostacoli la concreta possibilità di una delle parti di agire nel processo a proprio favore e di svolgere, volendo, attività difensiva. Per evitare questo turbamento dell’uguaglianza delle possibilità difensive delle parti a tutto danno della parte che subisce l’evento o dei suoi successori, la legge blocca il processo, congelandolo in una totale stasi destinata a durare fino a quando non sia ristabilita l’effettività del contraddittorio e non oltre tre mesi, il cui eventuale decorso senza la restaurazione del contraddittorio darebbe luogo ad estinzione.La morte della...

Dal Decalogo

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