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Motivi aggiunti e giudizio di ottemperanza

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          La sentenza n. 12359 del 2021 del TAR del Lazio, avente ad oggetto l'ottemperanza di una sentenza di Corte d'appello passata in giudicato, conferma che è possibile proporre in sede di ottemperanza motivi aggiunti in relazione a nuovo provvedimento ritenuto lesivo, emesso nelle more del giudizio.      Il giudizio di ottemperanza ha per oggetto la "puntuale verifica da parte del giudice dell'esatto adempimento da parte dell'amministrazione dell'obbligo di conformarsi al giudicato per far conseguire all'interessato l'utilità o il bene della vita riconosciutogli in sede di cognizione" (Consiglio di Stato n. 1769/2020; n.3120/2018; 5408/2015).       L'art. 133, comma 1, lett. a) n.5) del c.p.a. prevede la giurisdizione esclusiva del giudice amministrativo in relazione alla nullità degli atti posti in essere in violazione ed elusione, prevedendo, altresì, ai sensi dell'art. 114, comma 4, lett. b), che il giudice dell'o...

Datore di lavoro e controlli tecnologici: ammessi per evitare illeciti.

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       Con la sentenza n. 25732 del 22/09/2021, con riferimento all’art. 4 della l. n. 300 del 1970 - come modificato dagli artt. 23, comma 1, del d.lgs. n. 151 del 2015, e 5, comma 2, del d.lgs. n. 185 del 2016 - la Sezione lavoro della Corte di Cassazione ha affermato che sono consentiti i controlli anche tecnologici posti in essere dal datore di lavoro finalizzati alla tutela di beni estranei al rapporto di lavoro o ad evitare comportamenti illeciti, in presenza di un fondato sospetto circa la commissione di un illecito, purché sia assicurato un corretto bilanciamento tra le esigenze di protezione di interessi e beni aziendali, correlate alla libertà di iniziativa economica, rispetto alle imprescindibili tutele della dignità e della riservatezza del lavoratore, sempre che il controllo riguardi dati acquisiti successivamente all’insorgere del sospetto.       Non ricorrendo le condizioni suddette la verifica della utilizzabilità a fini disciplina...

Responsabilità civile dei magistrati: parola alla Corte Costituzionale.

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     Con l'ordinanza interlocutoria n. 31321 del 03/11/2021 in tema di responsabilità civile dei magistrati, la Terza Sezione civile ha dichiarato rilevanti e non manifestamente infondate le questioni di legittimità costituzionale: 1) dell’art. 2, comma 1, della l. n. 117 del 1988, nel testo originario, nella parte in cui , prevedendo che colui il quale abbia subito un danno ingiusto per effetto di un comportamento posto in essere dal magistrato nell’esercizio delle sue funzioni possa agire contro lo Stato per ottenere il risarcimento dei danni patrimoniali e non patrimoniali, limita la risarcibilità dei danni non patrimoniali ai soli casi di privazione della libertà personale; 2) dell’art. 2, comma 1, lett. a) , della l. n. 18 del 2015, nella parte in cui non dispone l’applicazione della modifica introdotta all’art. 2, comma 1, della l. n. 117 del 1988 ai giudizi in corso per fatti anteriori alla sua entrata in vigore. Ora Parola alla Corte Costituzionale.  

Danno da occupazione abusiva immobile: la parola alle Sezioni Unite.

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     Con l'ordinanza interlocutoria n. 1162 del 17/01/2022  la Terza Sezione Civile ha rimesso al Primo Presidente, per l’eventuale assegnazione alle Sezioni Unite, la questione di massima di particolare importanza se il danno da illegittima occupazione di immobile sia configurabile come un danno “in re ipsa”, nel senso di rapportarsi alla mera circostanza della perdita della disponibilità del bene, ovvero richieda la prova - da fornirsi anche per presunzioni - della concreta intenzione del proprietario di mettere a frutto l’immobile.

L'istanza per lite temeraria: quando è possibile formularla. Sezioni Unite.

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         Le Sezioni Unite, con la sentenza n. 25478 del 21/09/2021 pronunciando su questione di massima di particolare importanza, hanno affermato il seguente principio di diritto nell’interesse della legge, ex art. 363, comma 3, c.p.c.: .      L’istanza con la quale si chieda il risarcimento dei danni, ai sensi dell’art. 96, comma 2, c.p.c., per aver intrapreso o compiuto l’esecuzione forzata senza la normale prudenza, in forza di un titolo esecutivo di formazione giudiziale non definitivo, successivamente caducato, deve essere proposta, di regola, in sede di cognizione, ossia nel giudizio in cui si è formato o deve divenire definitivo il titolo esecutivo, ove quel giudizio sia ancora pendente e non vi siano preclusioni di natura processuale.       In caso di maturate preclusioni nel giudizio di cognizione, la domanda, ancora proponibile secondo la Suprema Corte, andrà posta al giudice dell’esecuzione; e solamente quando sussi...

Protocollo sul lavoro agile, ma vanno garantite effettive modalità di “supporto” alla vita famigliare e genitoriale per la migliore tutela del lavoratore.

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  Gli eventi degli ultimi anni hanno cambiato profondamente il nostro modo di vivere e rapportarci nel quaotidiano.      Il fenomeno pandemico ha imposto modifiche rilevanti nelle modalità di erogazione della prestazione lavorativa da parte del lavoratore e modifiche degli oneri del datore di lavoro, ma un percorso di cambiamento in tal senso non può che tenere conto della necessaria presenza di strumenti di contemperamento, che tengano conto e supportino la gestione degli impegni lavorativi con la genitorialità e la vita famigliare in genere in una prestazione lavorativa erogata nel luogo deputato alla vita famigliare.      Diversamente si corre il rischio che nessuna delle “prestazioni”, lavorativa, famigliare e genitoriale venga “erogata” correttamente, con ricadute sulla vita quotidiana del lavoratore a 360°.      Quindi è molto importante la realizzazione e strutturazione effettiva di misure di welfare concrete di sostegno in q...

PAROLA DELLA CORTE COSTITUZIONALE: "costituzionalmente tollerabile ab origine, la misura del blocco delle azioni esecutive contro le ASL per la pandemia è divenuta sproporzionata e irragionevole ed ha leso il diritto di tutela giurisdizionale ex art. 24 Cost."

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            La Corte Costituzionale, con la sentenza n. 236 del 7 dicembre 2021, investita della questione di legittimità costituzionale con riferimento al blocco delle azioni esecutive nei confronti delle Aziende Sanitarie Locali per la pandemia, ha ritenuto legittima l’iniziale misura adottata con l’art. 117, comma 4, del d.l. n. 34 del 2020 che ha stabilito che, «al fine di far fronte alle esigenze straordinarie ed urgenti derivanti dalla diffusione del COVID-19 nonché per assicurare al Servizio sanitario nazionale la liquidità necessaria allo svolgimento delle attività legate alla citata emergenza, compreso un tempestivo pagamento dei debiti commerciali», nei confronti degli enti del Servizio sanitario nazionale «non possono essere intraprese o proseguite azioni esecutive» (primo periodo); «i pignoramenti e le prenotazioni a debito sulle rimesse finanziarie trasferite dalle regioni agli enti del proprio Servizio sanitario regiona...