Vaccino e consenso informato. Un po’ di chiarezza.
In questi giorni, in cui parte della popolazione, quella più esposta al virus, sta completando un percorso di vaccinazione verso un traguardo, che costituisce un momento di positività in un periodo davvero oscuro, ha guadagnato terreno una polemica assolutamente infondata e destituita di ogni fondamento.
Pare conseguente ad un paio di operatori sanitari che si sarebbero rifiutati di firmare il modulo di consenso informato prima della somministrazione del vaccino contro il SARSCoV2.
Prima che la scia dilagante di imprecisioni ed inesattezze inondasse il web, avevo personalmente letto quel consenso informato e non avevo gridato allo scandalo, suggerendo di firmarlo, in tranquillità, a chi me lo aveva sottoposto.
Quel consenso si è trasformato, nei giorni a seguire, in “esonero di responsabilità” in “liberatoria”, mutando in “mostro” un atto non solo obbligatorio per legge, ma che nulla a che vedere con chi produce il vaccino.
Allora facciamo ordine.
Il consenso informato non ha nessuna finalità di esonerare da responsabilità nessuno, né di liberarlo da una non ben definita responsabilità, priva dei parametri di base del nostro ordinamento.
Il bene tutelato dall’istituto del consenso informato è quello della libera autodeterminazione della persona, che è stato definito dalla Corte costituzionale[1] come un diritto della persona che trova il suo fondamento negli articoli 2, 13 e 32 della Costituzione e riveste una funzione di sintesi di due diritti fondamentali dell’individuo: il diritto all’autodeterminazione e il diritto alla salute, per far sì che ciascuno venga messo nelle condizioni di sapere a quale atto medico verrà sottoposto, certificare il proprio consenso a sottoporsi all’atto medico stesso e conoscere anche le eventuali controindicazioni, gli effetti indesiderati e le conseguenze potenziali di quell’atto.
Ebbene ogni atto medico è sottoposto a consenso informato o, meglio, dovrebbe essere sottoposto ad un consenso informato da parte del medico nei confronti del paziente, come previsto dalla legge 219/2017.
Tutto questo perché un atto medico, privo del consenso informato, è un atto assunto contro la volontà del paziente cosciente e libero nell’espressione della propria libera autodeterminazione è può dar vita ad un risarcimento del danno a carico di chi era tenuto a darlo in maniera completa ed esaustiva e non lo ha fatto, lasciando il paziente privo dell’informativa obbligatoria necessaria che consentisse alla sua libertà di esplicitarsi senza costrizioni e/o limiti connessi all’asimmetria informativa paziente/medico.
Questo è un fatto e non è in discussione.
Gli aspetti connessi alla bassa conoscenza dei dati in termini di efficacia e di dannosità del vaccino contro il SARSCoV2, di cui il paziente ha il pieno diritto di essere informato, non esonerano né ora né lo faranno in futuro le case farmaceutiche qualora qualcosa nel processo di produzione, conservazione e diffusione del vaccino dovesse essere riconducibile a responsabilità delle stesse.
Quel qualcosa che, noto alle stesse, o che doveva e poteva dalle stesse essere conosciuto, non escluderà la responsabilità solo perché il paziente ha firmato un modulo di consenso informato.
Il bene tutelato dalla normativa sul consenso è quello della libera autodeterminazione dell’individuo e nulla c’entra con la responsabilità da danno, che trovando causa nelle condotte di chi, per imprudenza, imperizia, negligenza o contrarietà ad ordini e discipline, abbia causato qualcosa a qualcuno, non viene esclusa dalla firma su un modulo di consenso informato.
I dati di sicurezza ci sono. Le autorità competenti, su cui grava un onere di verifica e controllo, del quale potranno essere chiamate a rispondere, nonostante la firma di un consenso informato da parte del paziente, lo hanno dichiarato, a vari livelli, non dannoso per l’uomo.
Tanto basta a mettere il vaccino in commercio.
Innegabile che i dati sui danni a lungo termine possano non conoscersi oggi, ma una pandemia sanitaria non consente di attendere una raccolta dei dati ventennale così come non possono attenderlo i volti dei sanitari che da mesi lottano contro un mostro invisibile e che hanno diritto ad avere un’arma di difesa, per continuare a lavorare al meglio e con maggior serenità.
Lasciate stare il consenso informato.
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