Cassazione: validi gli accordi patrimoniali tra coniugi in vista della separazione.

 

Con l’ordinanza n. 20415 del 21 luglio 2025, la Prima Sezione civile della Corte di Cassazione ha confermato la validità degli accordi stipulati tra coniugi per regolare i rapporti patrimoniali in caso di futura separazione.

Il caso riguardava un marito aveva contestato un accordo sottoscritto nel 2011 con la moglie, con cui si impegnava a restituirle 146.400 euro in caso di separazione, a fronte dei contributi economici da lei versati per il mutuo, la ristrutturazione della casa e altre spese familiari. In cambio, la moglie aveva rinunciato a diversi beni mobili. Dopo la separazione, il marito ha chiesto di dichiarare nullo l’accordo, sostenendo che fosse contrario all’ordine pubblico e alle norme inderogabili del matrimonio.

Il Tribunale e la Corte d’Appello di Brescia avevano respinto la richiesta, ritenendo valida la scrittura privata. Il marito ha quindi proposto ricorso in Cassazione.

La Cassazione ha ribadito la liceità degli accordi tra coniugi che subordinano determinati obblighi patrimoniali all’evento della separazione, in quanto espressione dell’autonomia privata e configurabili come contratti con condizione sospensiva.

Tali patti non incidono sui diritti indisponibili (ad esempio l’assegno divorzile o gli interessi dei figli minori), ma mirano a riequilibrare i contributi economici dati dai coniugi durante il matrimonio.

Non c’è violazione dell’art. 1354 c.c., poiché la condizione sospensiva (la separazione) non è contraria a norme imperative né all’ordine pubblico.

Così la Suprema corte ha respinto il ricorso, confermando la sentenza di appello e quindi la validità degli accordi. 

La pronuncia conferma un orientamento ormai consolidato: i coniugi possono validamente pattuire in anticipo come gestire i loro rapporti economici in caso di crisi familiare, purché nel rispetto dei limiti fissati dall’ordinamento.

Si ritiene che la pronuncia risponda alle esigenze di una società in trasformazione, dove il matrimonio non è più soltanto un istituto rigido e predeterminato, ma anche uno spazio di responsabilità reciproca e di libertà contrattuale.

In questo senso, la decisione della Cassazione rappresenta un passo avanti verso una giustizia familiare più moderna e pragmatica, che riconosce ai coniugi la capacità di autoregolarsi e ridurre i conflitti in tribunale, nel rispetto dei valori fondamentali della persona e della famiglia, soprattutto determinando il futuro al di fuori del coinvolgimento emotivo della separazione, da una parte sgravando le parti, dall'altra evitando terreno fertile di conflitto, spesso non utile.

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