La Cassazione fra responsabilità del chirurgo e dissenso inequivoco alle trasfusioni di sangue

    


     La terza sezione della Corte di Cassazione, con la recente sentenza n. 26209, ha analizzato la fattispecie complessa portata al suo vaglio, mantenendo in perfetto equilibrio i principi in materia di reponsabilità professionale del sanitario insieme con il diritto all'autodeterminazione del paziente.

    Infatti, la Suprema Corte ha specificato che laddove il paziente presti il proprio consenso ad un intervento a rischio emorragico e al contempo manifesti un inequivoco dissenso all'esecuzione di trasfusioni di sangue in caso di avveramento di tale rischio, il medico può legittimamente rifiutare l'intervento autorizzato, perché il paziente non può esigere trattamenti sanitari contrari alla deontologia professionale o alle buone pratiche clinico-assistenziali.

    Tuttavia, qualora il sanitario opti comunque per l'esecuzione dell'intervento, è tenuto a rispettare il dissenso opposto, diversamente integrandosi la lesione del diritto all'autodeterminazione del paziente.

    Una fattispecie complessa, dunque, che tiene in equilibrio e definisce i limiti di interazione tra la responsbailità professionale del sanitario e il diritto del paziente all'autodeterminazione, espressa attraverso un consenso ed un dissenso inequivoci. 

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