Ancora sull'imposta di registro su sentenze relative ad indennità di esproprio per le società

    


    La Commissione Tributaria Provinciale di Roma conferma, con due diverse sentenze, la n. 14405 del 2021 e la n. 1711 del 2022, entrambe rese in favore di nostri assistiti, l'orientamento secondo cui l'imposta di registro sulle sentenze della Corte d'appello, che determinano in via definitiva l'indennità di esproprio nei confronti di soggetto titolare di posizione IVA, nel caso di specie società di capitali, si applica in misura fissa e non anche proporzionale.
    La questione, già trattata in questo articolo del sito e relativa ad altro ricorso del nostro studio, riguarda, in particolare, società di capitali, le quali sono state raggiunti da avvisi con applicazione dell'imposta su sentenza in misura proporzionale del 3%.
L'orientamento conferma il rispetto dell'art. 40 in combinato disposto con l'art. 8 lett. b) della Tariffa, il quale, in nota, specifica che "nei casi di cui all'art. 8 lett. b), ovvero recanti recanti condanna al pagamento di somme o valori, ad altre prestazioni o alla consegna di  beni di qualsiasi natura (n.d.r.), non sono soggetti all'imposta proporzionale per la parte in cui dispongono il pagamento di corrispettivi o prestazioni soggetti all'imposta sul valore aggiunto ai sensi dell'art. 40 del testo unico."
    Nel caso di società commerciale risulta una presunzione di assoggettamento ad IVA della somme incassate a titolo di indennizzo, in qualsiasi forma denominato, derivante da atti di esproprio, ribadito più volte dalla stessa Agenzia delle Entrate nelle proprie circolari, con la conseguenza che non è revocabile in dubbio che l'imposta di registro si applichi in misura fissa sulla sentenza, determinativa  in via definitiva dell'indennizzo, 
resa nei loro confronti.

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