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Visualizzazione dei post da marzo, 2024

Tributi: ribadita la prescrizione quinquennale per sanzioni e interessi

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     La Corte di Cassazione, agli inizi di questo nuovo anno, con la sentenza n. 5220 del 27 febbario 2024, è tornata sul tema della prescrizione di sanzioni e interessi in materia tributaria, ribadendo che la prescrizione per interessi e sanzioni tributarie è quella quinquennale di cui all' art. 2948 , n. 4, cod. civ., per quanto riguarda i primi e art. 20 D.Lgs. n.472/1997 per le sanzioni.      Con particolare riferimento agli interessi, essi sono infatti regolati -secondo la giurisprudenza largamente prevalente della stessa Corte di Cassazione -da una norma di diritto comune quale l' art. 2948 , n. 4, cod. civ., secondo cui l'obbligazione relativa riveste natura autonoma rispetto al debito principale e soggiace al generalizzato termine di prescrizione quinquennale fissato dalla suddetta disposizione ( Cass., Sez. VI, 14 settembre 2022, n. 27055 ; Ca...

Anche il conviente more uxorio ha diritto agli utili dell'impresa di famiglia se vi lavora in maniera continuativa? La Suprema Corte passa la palla alla Corte Costituzionale

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             Le Sezioni Unite Civili, pronunciando su questione di massima di particolare importanza (rimessa dalla Sezione Lavoro con l’ordinanza interlocutoria n. 2121 del 24 gennaio 2023), hanno dichiarato rilevante e non manifestamente infondata – in riferimento agli artt. 2, 3, 4, 35 e 36 Cost., all’art. 9 della Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea ed all’art. 117, comma 1, Cost., in riferimento agli artt. 8 e 12 della Convenzione europea dei diritti dell’uomo – la questione di legittimità costituzionale dell’art. 230 bis c.c., norma che, al primo comma, dispone che «il familiare che presta in modo continuativo la sua attività di lavoro nella famiglia o nell’impresa familiare ha diritto al mantenimento secondo la condizione patrimoniale della famiglia e partecipa agli utili dell’impresa familiare ed ai beni acquistati con essi nonché agli incrementi dell’azienda, anche in ordine all’avviamento, in proporzione alla ...

No alla mediazione obbligatoria per la domanda riconvenzionale

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       Il Tribunale ha ritenuto quindi di operare il rinvio alla S.C., ai sensi dell’art. 363-bis c.p.c., ovvero il nuovo rinvio pregiudiziale per questioni di diritto (del quale abbiamo già parlato in questo articolo ) in ordine alla proponibilità della domanda riconvenzionale, quando la causa rientri tra quelle a mediazione obbligatoria ex art. 5 d.lgs. n. 28 del 2010 e la mediazione sia stata già effettuata, anteriormente alla prima udienza, in relazione alla domanda di parte attrice, ma non alla domanda riconvenzionale.      La Suprema Corte, attraverso una disamina completa ed esaustiva della materia della mediazione e della ratio che ha ispirato il legisaltore ha specificato che la mediazione obbligatoria ha la sua ratio nelle dichiarate finalità di favorire la rapida soluzione delle liti e l’utilizzo delle risorse pubbliche giurisdizionali solo ove effettivamente necessario: posta questa finalità, l’istituto non può essere utilizzato in modo dis...

Nessun giudicato sulla norma applicabile.

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      In materia di responsabilità della Pubblica Amministrazione per danni cagionati da fauna selvatica, lo stabilire se un fatto illecito resti disciplinato dall' art. 2043 c.c. o dall' art. 2052 c.c., quando su esso sia mancata nei gradi di merito una pronuncia espressa, è questione di individuazione della norma applicabile e non di qualificazione giuridica della domanda, e può essere prospettata per la prima volta in sede di legittimità.       Con la recente sentenza di Cassazione, la n. 31330 del 10 novembre 2023, la Suprema Corte ha cassato con rinvio una sentenza del Tribunale di Ascoli Piceno, quale giudice di appello, ritenendo che, nel caso di specie, nessun "giudicato interno" potesse ritenersi formato sulla "qualificazione giuridica" della domanda.      In primo luogo, infatti, lo stabilire se la domanda proposta debba decidersi applicando l' art. 2043 ...